La capacità di Apple nella fidelizzazione dei propri clienti è ormai nota, tanto è vero che, dati alla mano, si conta un raggiungimento del 92% sull’indice di gradimento. Un aspetto che ha contribuito a fidelizzare ulteriormente i clienti, riguarda il grande punto di forza di Apple e le sue politiche sulla privacy.
C’è un messaggio di marketing molto famoso lanciato nel 2019 riguardo alla riservatezza: “Quello che succede sul tuo iPhone rimane sul tuo iPhone”. Lo scopo è garantire prodotti e servizi assicurando il pieno controllo agli utenti e limitando al tempo stesso, la raccolta dei dati non nel cloud ma sul device.
Secondo Apple, questo non penalizza i suoi servizi rispetto a quelli dei concorrenti ma anzi, permette di garantire trasparenza per tutelare la privacy delle persone. Ad esempio, la scelta di trasferire sul dispositivo anziché sul cloud una parte delle attività eseguite dall’utente, consente che dati personali non siano consultabili da terzi.
Il servizio di Apple Pay, ha un sistema totalmente crittato che non visualizza il numero della carta di credito e non archivia dati riconducibili all’intestatario, Mappe non conserva una cronologia dei luoghi visitati e non associa i dati dei percorsi al proprio ID personale, così come Siri che non è collegato all’ID personale ma a un ID casuale, oppure le messaggistiche strutturate sulla crittografia end-to-end etc.
Ci fu un caso eclatante qualche anno fa, la strage di San Bernardino nel Dicembre 2015 in California, dove marito e moglie si recarono in un centro sociale per disabili, l’Inland Regional Center. Armati di fucili e pistole aprirono il fuoco sulla folla. Vi furono 16 morti (inclusi i 2 attentatori) e 24 feriti.
Quando l’FBI aprì l’inchiesta, Apple collaborò ma all’istanza di realizzare una versione specifica di iOS in grado di creare un accesso secondario al device per sbloccare il telefono del terrorista, la risposta fu negativa per 2 motivi. Oltre a non disporre di quel servizio, non si voleva creare un grave precedente che avrebbe messo a rischio la sicurezza di tutti gli utenti Apple. Nonostante L’FBI evidenziava che l’uso della versione esclusiva sarebbe stata limitata a quel preciso caso, Apple riteneva che non c’era modo di garantirne poi il controllo per utilizzi futuri. L’FBI dovette procedere in altro modo per raccogliere le informazioni utili alle indagini. Lo scontro legale tra Apple e L’FBI costò 900.000 dollari.
Così, il tema della protezione dei dati, è diventato negli anni, un parametro sempre più sostanziale per i consumatori nella fase di acquisto dei dispositivi Apple, tanto è vero che le campagne di marketing promosse a tale a riguardo, sono state molteplici facendo sempre più breccia sugli acquirenti.
Ora c’è una nuova sfida per l’anti tracciamento: un’ulteriore richiesta di consenso. Si chiama App Tracking Transparency. Tutte le app dovranno utilizzare questo framework per chiedere obbligatoriamente l’autorizzazione esplicita a condividere i dati relativi al tracciamento pubblicitario. Sarà introdotta a breve per la versione iOS 14.5. (Scopri il servizio di noleggio prodotti Apple).
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